Impresa, Follia, o andare Oltre all'Oltre?! (Maratona di Roma 2023) - Mauro Tomasi

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Impresa, Follia, o andare Oltre all'Oltre?! (Maratona di Roma 2023)

Le Mie Imprese
Impresa, Follia, o andare Oltre all'Oltre?!
(Maratona di Roma 2023)


  
Ieri 19 marzo 2023 ho portato a termine la seconda fase del mio ultimo "pogetto", partecipando alla Run Rome The Marathon (maratona di Roma) di 42 km, l'ho portata a termine in 6:28 tutta da solo, quest' anno tutto il "progetto" e' stato portato a termine in solitario, partito da solo e ritornato da solo.
Il titolo descrive a pieno il tutto e molti avranno una visione diversa del mio "progetto", dipende dalla prospettiva che si vede e dal significato che si vuole dare.
Per me e' stata la SFIDA piu' difficile e impegnativa che abbia mai portato a termine. Come racconto spesso nei miei INCONTRI sono riuscito da una fase di impotenza appresa (la BUCA, nel mio caso per l'incidente  ma puo' essere per qualunque malessere o disagio esistenziale ) a passare ad una speranza appresa (vedere le scale di risalita nella BUCA) e poi passare ad una POTENZA APPRESA, una volta fuori dalla BUCA "Capisci" e vedi non solo le ombre che credevi realta', ma vedi di "PIU". In molti miei video il concetto BUCA lo spiego piu' dettagliamente. Metto una descrizione per chi vuole approfondire in fondo al racconto.
Dunque ora vi racconto le tre fasi del "progetto"
 
Prima fase:
Sabato 18 marzo, sveglia alle 2:30, bagno e  "lavori fisiologici", alle 4:30 vestito e pronto per partire (li aiutato da operatori). Colazione e poi allle 5:20 partenza per Bus,  RIva del Garda-Rovereto partito alle 5:45, arrivato a Rovereto verso le 7:00 poi ho preso il treno per Roma alle 8:00. Arrivato a Roma Termini alle 12, ho preso poi la metro fino all'Eur per ritiro pettorale.

    


 
Poi sempre con la metro sono ritornato a Roma Termini, li mi sono recato all'hotel dove avevo prenotato, a circa 700 metri da Termini. Naturalmente essendo da solo non ho potuto fare i trasferimenti carrozzina-letto quindi ho "dormito" in carrozzina, appoggiandomi la testa su un tavolino, qui finisce la prima fase.
 
Seconda fase:
Domenica 19 marzo, sveglia alle 5;00 gia" vestito dal giorno prima e gia' in carrozzina, ho fatto colazione, preparato e poi uscito verso le 6:30, destinazione Fori Imperiali, circa a tre km dall'hotel, fatti con la carrozzina. li sono partito per la maratona alle 7:55 e l'ho finita verso alle 14:30.

Qui il video






  

Poi ho girato un po' per Roma e sono ritornato all'hotel verso le 18. La notte e il "dormire" uguale alla notte precedente, vestito e testa appoggiata al tavolino.
 
Terza fase:
Lunedi 20 marzo, sveglia alle 6:00 , colazione alle 7:00 e poi treno Roma-Rovereto alle 8:50, sono arrivato a Rovereto verso le 13. Li ho girato da "turista" fino alle 17:30, poi ho preso la corriera per Riva del Garda alle 17:40. Alle 18:30 sono arrivato alla casa di riposo, ho mangiato mi sono messo via le cose e verso le 22 sono andato a letto, li ad entrare nel letto e svestirmi mi arrangio da solo.
Se ci penso non mi sembra vero che sia riuscito a fare na "ROBA" del genere, 3 giorni in carrozzina senza spostarmi, una maratona e tutto da solo...




 
CONCETTO BUCA

 
La buca è una metafora la quale è uno stato di sconforto, di disagio, di malessere, di sofferenza. Nel mio caso come ho specificato dovuta dalll'incidente ma puo' essere per qualunque malessere o disagio esistenziale
 
Ricordo che la profondità e la buca è molto soggettiva, chiunque per motivi ed eventi più o meno gravi potrebbe caderci dentro, non è una caduta fisica, ma psicologica. La buca potrebbe essere per qualcuno poco profonda che risale subito e la stessa per un’altra persona una voragine molto difficile da risalire, ed a volte può portare anche alla morte.
 
Nella vita camminando chiunque può cadere in buche. C’è un detto nel senso comune che dice: “Non importa perché cadi, importa che tu ti rialzi e continui per la tua strada”. A volte questo è molto facile si si rialza molto facilmente, anzi nemmeno si si accorge di essere caduti. Ma a volte si può cadere in buche molto profonde, delle voragini che se anche si si rialza si è si in piedi, ma ancora dentro la buca. Accorgersi di questo a volte non è per niente facile. Solo accorgendosi di questo (che si è ancora dentro) la persona può cercare la scala della risalita, che è univoca e solo chi è caduto in quella buca può usarla per uscire, potrà qualcuno aiutarlo cercando di indicargli dov’è, ma poi la risalita è solo sua. Solo al momento che sale la scala e risale dalla buca si è Rialzato.
 
Questa metafora della “Buca” mi è venuta in mente per una mia caduta di 22 anni fa, per via di un incidente in moto, io mi sono trovato su una carrozzina, ho perso l’uso del braccio sinistro con una lesione brachiale del plesso sinistro, dalla spalla in giù non muovo e non sento il braccio sinistro, e una lesione midollare d11, dalla gabbia toracica in giù non muovo e non sento nulla. Da allora sono un triplegico. Dunque io mi sono trovato in questa buca, una voragine appunto che ci sono stato per 9 anni, e non mi rendevo nemmeno conto di essere in una buca. Vivevo, ma non vivevo. Non riuscivo più a dare un senso alla mia vita…molti cercavano di aiutarmi dicendomi che potevo rialzarmi e continuare a vivere felicemente, dandomi anche delle scale ed aiuti per risalire. Ma io non le vedevo, o meglio non ci credevo. Questo è andato avanti per quasi 9 anni. Il cambiamento, il capire di essere in una buca e vedere la mia scala di risalita, dalla mia buca, mi è venuto dopo che ho visto persone messe peggio di me. Con questo mi riferisco a persone con disabilità gravi e con malattie degenerative che ho conosciuto in centri riabilitativi, a circa 9 anni dal mio incidente. Loro nonostante la loro disabilità erano felici, entusiasti, vedevo i loro occhi lucidi, brillanti, i miei erano opachi, spenti, se io vedo delle mie foto dell’epoca tuttora noto questo. Penso che chiunque può notare questo, le persone tristi con problemi le vedi negli occhi. Sicuramente queste minoranze dentro di me hanno dato un input, mi hanno interiorizzato un inizio del cambiamento, dandomi le risposte da mie riflessioni interne, che per anni non avevo mai trovato. La primaria riflessione è stata questa: “ma se loro sono felici ed hanno meno di me, perché io che ho più di loro non posso essere felice?”. Questo può sembrare “banale”, ma non è facile da attualizzare. Tante volte è più difficile trovare il difficile nel facile che il facile nel difficile. Il difficile nel facile è accorgersi e valorizzare quello che si ha, non dare per scontato che ci sia dato per sempre. Come nel mio caso io fino a 32 anni avevo “tutto” (normalità fisica motoria) ma non ci facevo caso, davo per scontato che camminare e muovermi senza problemi motori e fisiologici fosse “facile” …ora posso dire che è “difficile” e molte cose sono diventate impossibili. Purtroppo molte cose si capiscono solo quando non si hanno più, solo allora capisci che eri fortunato, ma non lo sapevi, sembra un paradosso perché prima questo non si vede.
 
Quindi questo mi ha portato ad una nuova fase, a valorizzare quello che “ero rimasto” e credere di nuovo nella vita, mi ha fatto vedere i primi scalini della scala di risalita (speranza appresa), la difficoltà è proprio trovare e vedere i primi, poi gli altri vengono progressivi (speranza appresa) e si fa presto a Risalire. Arrivando anche lavorando ulteriormente ad una POTENZA APPRESA, come ho detto alll'inizio del racconto. Ora sono felice e sono contento di vivere in questa mia nuova vita, anche più di prima, quello che mi sembrava prima una fine, alla fine è diventato un inizio.
 
 
Mauro Tomasi
 
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